Il Disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è una patologia molto comune e per questo molto trattata nell’ambito della ricerca e del trattamento. Si sviluppa, generalmente, in soggetti che hanno subìto un evento che può essere di tipo traumatico, catastrofico o che subentra nella vita di essi in maniera prepotente (come una violenza o un abuso). Altresì può svilupparsi anche se uno di questi eventi accade ad una persona cara.
Proviamo insieme.
Prova a chiudere per un attimo gli occhi, dopo aver letto questa domanda.
Ti è mai capitato di vivere un’esperienza pericolosa che ti ha dato la sensazione di poter perdere il controllo?
Se si che cosa provi in questo momento?
Riflettiamo, per un attimo, a questo momento storico che stiamo vivendo da più di un anno e cerca un’immagine di te in cui ti senti sopraffatto dagli eventi.
- Qual è la fotografia di te?
- È una fotografia nitida o sfocata?
- Riesci a individuare l’emozione associata o fai fatica?
- Quali sono i pensieri che accompagnano questa fotografia?
- Che tipo di reazione corporea si sta attivando mentre osservi la fotografia?
Fortunatamente la maggior parte di noi è riuscita a superare lo shock della fotografia, ma non tutti perché molte persone hanno sviluppato il PTSD e ciò significa che la sofferenza della persona non solo si è prolungata oltre un mese dall’esposizione dell’evento traumatico ma che quest’ultimo ha interferito significativamente con la vita del soggetto in tutte le sfere della sua vita (affettiva, lavorativa, sociale, etc.).
Definizione del PTSD.
Secondo la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM-5; APA, 2013), la diagnosi di PTSD prevede la presenza di criteri, ad esempio come l’esposizione ad un evento traumatico come la morte o la minaccia di esso, un abuso sessuale e/o emotivo o di una persona cara.
Inoltre l’evento può risperimentarsi, successivamente sotto forma di incubi, flashback, accompagnati da immensa paura e reazione fisiologica che induce il soggetto a pensare di morire. Proprio per questo motivo, il soggetto per non risperimentare il trauma può mettere in atto comportamenti di evitamento sia verso qualunque situazione esterna, sia verso qualsiasi persona/esperienza che lo riconduca al ricordo traumatico e quindi anche sopprimendo pensieri, emozioni, sensazioni spiacevoli, talvolta utilizzando comportamenti di evitamento sbagliati (uso di alcool, droghe, sessualità compulsiva, etc.).
Questa strategia di coping, tuttavia, non fa altro che rinforzare il trauma o comunque mantenerlo attivo.
Aspetto centrale del disturbo: l’installazione.
Un aspetto centrale del PTSD è l’installazione, nella mente del soggetto, di credenze negative legate alla percezione di non amabilità, inadeguatezza, impotenza, perdita di controllo, etc. Un’esperienza lavorativa, riguardante il PTSD, che ricordo con particolare coinvolgimento è avvenuta nel 2015.
A quei tempi lavoravo anche come psicologo dell’emergenza, essendo inoltre competente nella materia grazie anche alla mia formazione nella terapia EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
EMDR come approccio terapeutico e la mia esperienza come terapeuta per i sopravvissuti.
L’EMDR è un approccio terapeutico utilizzato anche per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, (per maggiori informazioni www.emdr.it). Quando io e la collega ricevemmo la chiamata “in emergenza” ci dissero che dovevamo supportare i turisti della MSC Crociere, che avevano rischiato la vita, a seguito di un attentato al museo nazionale del Bardo. L’attentato è stato un attacco terroristico avvenuto il 18 marzo 2015 verso le 12:30 al museo del Bardo di Tunisi, la capitale della Tunisia.
Nell’attentato sono morte 24 persone, tra cui 21 turisti.
L’intervento fu, tuttavia, svolto sulla nave da crociera grazie all’intervento tempestivo della polizia locale che riuscì a salvare parte delle persone e a far salpare la nave. Benché la nave si trovasse, successivamente, a Barcellona molte delle persone coinvolte nell’attentato non riuscivano ad uscire più dalle loro cabine, nemmeno per i corridoi o le sale della nave, in quanto l’esperienza traumatica aveva avuto un grosso impatto, non solo in termini di imprevedibilità anche attivando l’angoscia di poter morire. Il lavoro con la collega Pia Venditto (CPM Salerno) fu svolto egregiamente, riuscimmo non solo a coordinare gli altri colleghi ma anche a lavorare tempestivamente sull’esperienza traumatica vissuta dai turisti. Queste esperienze lavorative, che rendono speciale il mio contributo di terapeuta, lasciano comunque un segno nella nostra vita e, al di là di ogni esperienza la cosa più importante è imparare sempre a coordinare i nostri pensieri, le nostre emozioni e ancora il nostro corpo e riconoscere quando esso ci sta chiedendo aiuto. (https://www.redattoresociale.it/article/notiziario/tunisia_partito_un_team_di_psicologi_per_curare_il_trauma_dei_sopravvissuti#)
Quali sono le esperienze connesse al PTSD?
Esperienze connesse al PTSD possono essere:
- Disastri naturali come terremoti, tsunami o disastri aerei;
- Minacce di morte, rapina, guerra;
- Incidenti automobilistici;
- Malattie o lutto;
- Lavori che aumenta il rischio di esposizione a eventi traumatici;
- Maltrattamento, trascuratezza, abuso nell’infanzia;
- Bullismo;
- Aggressioni, vittimizzazioni e discriminazioni.
Ad oggi gli interventi psicologici più efficaci nel trattamento del PTSD sono: la terapia Cognitivo Comportamentale e la terapia EMDR, ma anche la mindfulness e la psicoterapia sensomotoria hanno un ruolo importante nel trattamento dello stress e del trauma.
Il trauma ci ricorda che gli eventi possono disorganizzare la nostra esistenza, ma la nostra esigenza di rimettere ordine darà sempre un significato nuovo alla vita stessa.
Autore:
Dott. Massimiliano Gaudino, psicologo e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, socio fondatore del CPM-Chiaia